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Esistono risposte?

Sembra destino dell’uomo avere in sé le capacità di inventare, sperimentare, migliorare le proprie condizioni di vita e nello stesso tempo l’altrettanta grande capacità distruttiva di se stesso e dell’ambiente in cui vive perché sembrano avere in lui uomo il sopravvento le azioni peggiori legate al sovrabbondare dell’IO negativo sul più utile e proficuo “NOI”. Perché avviene tutto questo è il più grande e profondo Mistero della condizione umana.

Sembra un’impresa impossibile che l’uomo, spontaneamente, possa portare alla luce dentro di se la concreta realtà di essere accomunati da un unico destino le cui sorti dipendono dai piccoli e grandi atteggiamenti che ogni giorno possiamo porre in campo.

Perché l’uomo non riesce a capire?

Perché l’uomo tende a distruggere i suoi simili ed il pianeta in cui vive?

Perché il mondo è così frazionato al punto che in tanti parti mancano le cose essenziali per vivere ed in altre parti c’è sovrabbondanza e spreco?

Tralascerei in questo piccolo scritto i tanti “perché” legati al quotidiano di ognuno.

Sempre questa parola “perché” che vaga nella mente e alla quale spesso non esiste risposta.

Secoli di storia si sono succeduti, generazioni di uomini si sono avvicendate su questa nostra terra ma il mistero è rimasto e continua a rimanere irrisolto e non si avvertono segni che lascino presupporre che potrà essere diverso che a farne le spese siano sempre i più deboli, i più fragili, i più indifesi, i più buoni.

Un antico proverbio della mia amata terra l’Abruzzo recita :” è destino dell’asin bon pià pure le botte e ‘stu fat nun se riesce a capì. ( è destino dei buoni prendere pure le botte e questo fatto non si riesce proprio a capire).

Questo è il mondo dove le cose vanno, o sembrano andare, al rovescio di ciò che la logica ed il buon senso vorrebbe; noi siamo dentro questo mondo e nonostante l’impegno di molti, non mi pare che si riesca a cambiarlo più di tanto.

Dopo riflessioni continue, osservazione attenta della realtà mi pare di poter dire che forse possiamo non tanto arrovellarci il cervello per tentare di dare risposte, il più delle volte non ce ne sono, quanto tentare di porre in atto le proprie personali risorse per tentare di aiutare, sostenere, confortare chi sulla nostra strada è appesantito da uno di questi “perché”. Per i “perché” più grandi e che non dipendono da noi, poco o niente possiamo fare. Forse è poco ma non mi pare si possa riuscire a fare molto di più.

Riflessioni (forse poco “ortodosse”)che vagano libere nella mente suscitate dal continuo desiderio di trovare una “via” per poi tornare alla realtà del presente con tutto il suo carico di Mistero ed il constatare, con i fatti, che il tentativo di farsi “prossimo” alle persone che intersecano la nostra vita non risponde ai numerosi “perché” ma partecipa in modo significativo ad alleggerirne le conseguenze.

Foto: bera05

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